Domenica. L'ora legale modifica, in modo artificiale, solo i nostri ritmi. Il Delta e le sue creature continuano a seguire i ritmi naturali scanditi dall'apparente incedere del sole nel cielo che sovrasta i sinuosi percorsi del grande fiume ormai prossimo alla meta. Tutto attorno la natura freme nell'ebbrezza primaverile scalzando, giorno dopo giorno, la monotomia cromatica del passato inverno che ancora indugia in qualche coltivo non ancora risvegliato dal lavoro dell'uomo.
Onnipresenti garzette si concedono con maggior facilità e permettono suggestive immagini. Ma non bisogna illudersi. E' solo un attimo regalato.
Anche due beccacce di mare indugiano sui pali infissi nella laguna. Un po' di stretching mattutino mentre qualcuno ancora vorrebbe poltrire. La confidenza dei due esemplari, entrambi inanellati chissà dove, fa sperare che l'incontro con gli umani non sia stato troppo traumatico.
In anticipo e quasi impertinenti nella loro abbondanza, numerose orchidee esplodono nei loro colori lungo le roride fasce erbose che dividono la Sacca dal Bosco della Donzella.
Il lungo rettilineo alberato invita a seguire il percorso che, lasciando alle spalle la sacca, dirige, prima, verso il Po di Venezia e poi, costeggiando per via tortuosa e in parte il Po di Maistra, giunge infine al Po di Levante.
E proprio lungo la stradina che si snoda tra le valli una sagoma lontana, confusa tra altre, rivela l'inaspettato. Un Ibis sacro solitario e in pastura nell'acqua bassa. Mai avremmo pensato, anche se l'avevamo sperato, di incontrare un esmplare di questa specie che gli antichi egizi avevano elevato al rango di divinità rappresentandola come incarnazione terrena del dio Thot. L'emozione è davvero grande come, purtroppo, grande è anche la distanza che ci separa dall'ibis. Solo uno scatto. Ma è bello sapere che c'è.
Luci e colori del delta invogliano ad interrompere ripetutamente il nostro lento girovagare. Noti paesaggi si vestono a nuovo nell'aria tiepida del pomeriggio che ha dissolto anche l'ultima debole foschia.
Prima di raggiungere la provinciale che collega Rosolina Mare con la Statale Romea un ultimo incontro con alcuni cavalieri di'Italia. Nascosti alla loro vista dalla vegetazione rivale possiamo cogliere qualche scatto ravvicinato. Il sole si sta abbassando sull'orizzonte e la laguna occidentale si accende in uno sfolgorio abbacinante. Le condizioni di luce non sono ottimali ma gli eleganti trampolieri sono una tentazione troppo forte.