Fioritura di un melo tra le piante selvatiche del Delta. Chissà, forse un seme caduto dal torsolo di una mela gettata da un frettoloso viandante. Non solo plastica o cartacce. L'indifferenza e l'inciviltà qualche volta, ma raramente, non portano solo effetti negativi.
Questa è, decisamente, una foto mediocre. Ma vale la pena di darle un'occhiata un po' più attenta di quella che è la visione del viandante distratto o, purtroppo, perso nei propri pensieri. La farfalla (questa è una Gonepteryx rhamni) si è posata tra i fiori del melo e il mimetismo è evidente. Il tremore delle ali scosse dal vento l'ha tradita. Ma chi la sta vedendo non è un predatore.
L'angolo di ripresa, in questo caso, permette una comprensione migliore dei soggetti. La farfalla è più evidente. Il mimetismo, comunque, è davvero apprezzabile.
Per fugare ogni dubbio ecco la Gonepteryx rhamni ripresa in un contesto decisamente meno mimetico.
Curiosando tra i cespugli e le siepi del Delta ci imbattiamo in queste escrescenze presenti tra i rami di quella che ci sembra una roverella. Si tratta di una galla, una specie di tumore indotto, provocato da alcuni tipi di imenotteri, principalmente della famiglia dei cinipedi. Qui, con molto probabilità, si tratta di una galla primaverile provocata da una specifica specie di cinipede: la Biorhiza pallida.
Ancora dei dettagli sulle numerose galle che proliferano su alcune roverelle.
Lo sapevate?
Nel medioevo la galla aveva molteplici usi, in particolare veniva usata come base per l'inchiostro con aggiunta di carbone.
Terminiamo con questa immagine. Una farfalla che, a tutt'oggi, non riusciamo a classificare. Minuscola e delle dimensioni dei cinquanta centesimi di euro, non riusciamo a ritrovarla tra le pagine dei libri che sfogliamo cercando un riscontro. Magie e segreti del Delta. Anche sulle eteree ali di una farfalla.