Fioriture di Col Moscher - Cronache - Le Cronache di Shaula

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Fioriture di Col Moscher

Pubblicato da in Prealpi Venete ·
Tags: PaesaggioFlora

Siamo alle porte dell'estate e, da oggi, andremo a rivisitare un itinerario che, fortunatamente, rimane ai margini del turismo di massa. Raggiungeremo e percorreremo in quota i percorsi che, digradando dal Monte Cesen, dominano buona parte della  Val Belluna, la grande valle del fiume Piave tra Belluno e Feltre. L'ambiente, le panoramiche e gli scorci saranno una scoperta travolgente che ci sorprenderà per la complessa articolazione di questo versante che dal Cesen arriva fino al Col Visentin. Questa emozione si moltiplicherà ad ogni accesso alle numerose piccole valli secondarie che intersecano altrettanti colli e dossi boscosi.
La frazione di oggi comprende la parte in quota che, dal monte Garda al monte Artent, costituisce l'ultima, la più articolata e lunga delle dorsali che scendono dal versante nord del monte Cesen, prima della violenta spaccatura del canal del Piave, profonda faglia di separazione dal monte Grappa.



In realtà, per noi che arriviamo da Lentiai e poi saliti quassù dal senso opposto alla morfologia della dorsale, il primo punto dal quale possiamo estendere lo sguardo verso gli aerei panorami è costituito dal Col Moscher. Da questo balcone naturale possiamo spaziare sulla Val Belluna e la conca Feltrina con alle spalle tutte le Dolomiti Bellunesi, le Vette Feltrine, il Sass de Mura il Pizzoc e poi più in là i contorni della Schiara e, in piani più lontani, gli inconfondibili contorni delle Pale di San Martino, cuore delle Dolomiti, patrimonio dell'umanità. E' una continua sensazione di grandiosità e spazialità.


Il Col Moscher ci accoglie con il primo punteggiare di narcisi e orchidee. L'inverno, quest'anno è stato forse meno rigido ma l'innevamento si è protratto più del consueto e le straordinarie fioriture mozzafiato sono ancora ai primi accenni. Siamo lontani dall'emozione di miriadi di fiori che ricoprono, come una nevicata, i pendii erbosi di questo e degli altri colli limitrofi.


Anche volgendo lo sguardo verso il monte Garda la sensazione di ritardo della bella stagione è confermato dalla minor densità della fioritura che, in alcuni anni, raggiunge livelli davvero al confine della visione onirica.


Ecco per semplice confronto, anche se la qualità della foto risente di attrezzature di una dozzina d'anni fa,  un'immagine della fioritura del 2001 seconda, a nostra memoria, per quantità e persistenza solo a quella del 1995.
(Scansione da diapositiva)

Da Col Moscher, percorrendo la sinuosa stradina sterrata, si giunge alle pendici del Col dei Piatti dove, inerpicandosi per facile tratturo, si raggiungono le costruzioni che caratterizzano il colle. Il complesso è funzionale ed è stato recuperato dalla Comunità Montana Bellunese che ne ha rispettato completamente la preesistente  tipologia edilizia che nell'uso della pietra, sia per i muri che per i lastroni che incorniciano i tetti, ha costituito una felice intuizione e un logico quanto basilare impiego. Il primo edificio, più in basso rispetto alla sommità del colle, si distingue per il tipico e caratteristico portico.


Poi, sulla cima del colle,  il grande stallone ed una casera completano l'insieme donando, anche quando disabitate, una sensazione di presenza e di continuità dell'operoso lavoro umano.


L'evidenza dell'andamento stagionale ci suggerisce un ritorno nei prossimi giorni. La fioritura, comunque, sta già contrapponendo la veste primaverile di questi colli all'austera roccia delle retrostanti Vette Feltrine in un contrasto, da sempre, sospeso tra l'attesa della nuova vita e la sua più poetica manifestazione. A breve, fiori su fiori, variopinte farfalle completeranno la tavolozza dei colori di questi pendii in un tripudio di emozioni pronte per essere vissute da chiunque possa e, soprattutto, voglia farlo.







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